La libertà di non armarsi, il desiderio di amarsi

La bellezza disarmata è un titolo parlante. Cosa risuona nella vostra mente sentendo queste parole forti, così intense da non lasciare scampo? Quello che è risuonato nella mia, posso provare a spiegarlo. Disorientamento, timore per argomenti troppo pieni, troppo forti da poter descrivere con semplici parole. E poi quel sottotitolo: Non c’è altro accesso alla libertà se non attraverso la verità. Tutti hanno cercato di afferrare, di tenere fermi quei significati che scivolavano via. Tutti hanno deciso di ascoltare, di capire, il giorno venerdì 4 marzo 2016, nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza, a Foggia, alle ore 18:00. Tutti seduti lì per ascoltare la presentazione del libro di Don Julián Carrón, docente di Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successore di Don Luigi Giussani nella guida del movimento Comunione e Liberazione. All’incontro hanno partecipato anche due ospiti d’eccezione: Maurice Bignami, scrittore, un passato nella lotta armata degli Anni di Piombo, e il prof. Eugenio Mazzarella, ordinario di Filosofia Teoretica nell’Università Federico II di Napoli. I temi erano importanti, forse troppo, e la notizia che avrei dovuto moderare in questo incontro non poteva che trasmettermi una certa soggezione. Così ho deciso di partire dal titolo. Cos’è la bellezza disarmata per Don Julián Carrón?

La bellezza disarmata è quella che non ha bisogno delle armi per rivelarsi, quella che basta a se stessa. È una potenza che si rivela nell’incontro. Quella che non ha bisogno di apparati difensivi, di orpelli, di maschere di ferro. Quella che è bella in quanto esercita commozione profonda, quella che si identifica nell’abbassare quelle armi di cui ci sembra tanto di aver bisogno, e di cui ci si rende conto, immediatamente dopo averle abbassate, di non averne, e nel guardare l’Altro, il ‘diverso da noi’, e conoscerlo per davvero. Senza armi. Perché l’altro non è una minaccia ma un bene per la realizzazione del nostro io. Ebbene questa realizzazione è l’incontro con il “punto infiammato” nel cuore della vita, con la fede, con la verità, mezzo attraverso cui si raggiunge la libertà. Ecco un’altra parola che fa sussultare, una di quelle parole che andrebbero spiegate con altre centinaia di parole. Cos’è la libertà? Mi sono detta: come faccio a spiegare, in poche e semplici parole, ad una platea assetata di risposte, di quella verità che il libro vuole indagare, che cos’è la libertà? La libertà, per Don Julián Carrón è il bene più prezioso dell’uomo, nonché la sua essenza. La libertà nasce dall’impatto con la realtà, dalla necessità di scegliere, di decidere, dalla voglia di soddisfare un desiderio profondo. Ed è proprio quando viene soddisfatto un immenso desiderio che ci sentiamo liberi, liberi di desiderare ancora. Perché il desiderio dell’uomo è infinito e perché dobbiamo avere il coraggio di desiderare, di credere, di essere liberi. Quanti genitori temono che i figli facciano un cattivo uso della libertà? E così li si tiene fermi, per paura dell’errore. Ma solo così, solo grazie a quell’incontro/scontro con la realtà che avviene la liberazione. Grazie all’Altro, che è portatore di una verità aliena, a volte ‘più vera del vero’ e che può ridestare improvvisamente in noi quel desiderio da lungo tempo sopito, un desiderio che a volte non si ha il coraggio di esprimere e tanto meno di realizzare. Così, ad una coppia di ragazzi che sostenevano di non avere il coraggio per mettere al mondo un figlio – “un altro infelice” –, un giovane amico di Don Julián Carrón risponde:

«Voi avete ragione ad avere paura, siete intelligenti e vi rendete conto che la libertà è una cosa grande e difficile, e che la vita è una cosa seria. Ma non desiderate di potervi gustare la libertà? E non vorreste poter desiderare di essere felici?».

(“Studi nuovo meridionalismo”, Anno II – n. 2/Aprile 2016, FOCUS LA BELLEZZA DISARMATA, pp. 113, 114)